top of page
Immagine del redattoreSara Petenzi

Arte rupestre

Aggiornamento: 24 lug 2023

La Valcamonica, nell’area alpina dell’Italia settentrionale, possiede una delle più grandi collezioni di incisioni rupestri al mondo, in un sito non ancora completamente esplorato che si estende su di un’area di 70 chilometri. Rappresenta il primo sito italiano iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, nel 1979.

Centinaia di migliaia di simboli e figure istoriati o graffiti nella roccia lungo un periodo di oltre 10000 anni descrivono temi collegati all’agricoltura, alla navigazione, alla guerra, alla caccia, alla magia, ma rappresentano anche figure geometriche simboliche.

Le prime tracce dell’uomo in Valcamonica risalgono almeno a tredicimila anni fa, quando l’area fu interessata da una prima frequentazione umana a seguito dello scioglimento dei ghiacciai, ma solo con l’avvento del Neolitico (dalla metà del VI millennio a.C.) nella valle si insediarono stabilmente i primi abitanti. A questa fase si fanno risalire tradizionalmente alcune figure antropomorfe (i cosiddetti “oranti”, esseri umani schematici con le braccia rivolte verso l’alto) e certe figure geometriche e “raffigurazioni topografiche”.

Durante l’Eneolitico (III millennio a.C.), con lo sviluppo della prima metallurgia, la scoperta dell’aratura e del trasporto su ruota, in Valcamonica si diffusero alcuni santuari composti da massi-menhir incisi. L’apice dell’arte incisoria nella valle fu raggiunto con l’Età del Ferro (I millennio a.C.), periodo al quale risale circa il 75% delle incisioni.

L’arte incisoria nella Valcamonica iniziò ad esaurirsi con l’assoggettamento all’impero romano (16 a.C.), salvo una breve ripresa in epoca basso-medievale.

Per la valorizzazione del complesso di archeologia rupestre sono stati costituiti 8 parchi archeologici e un museo nazionale della preistoria.

14 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page